Materiali etrusco-italici e greci da Vulci (scavi Gsell) e di provenienza varia
Materiali etrusco-italici e greci da Vulci (scavi Gsell) e di provenienza varia

Materiali etrusco-italici e greci da Vulci (scavi Gsell) e di provenienza varia

Giovedì 28 settembre 2017, ore 16.30
Sala Conferenze, Musei Vaticani

Giovedì 28 settembre, per il ciclo di conferenze Il Giovedì dei Musei, la Sala Conferenze dei Musei Vaticani ospita la presentazione del volume, in uscita per le Edizioni Musei Vaticani, “Materiali etrusco-italici e greci da Vulci (scavi Gsell) e di provenienza varia di Ferdinando Sciacca con prefazione di Maurizio Sannibale.

All’introduzione del Direttore dei Musei del Papa Barbara Jatta, seguiranno gli interventi di Maurizio Sannibale, curatore del Reparto di Antichità Etrusco-Italiche dei Musei Vaticani, di P. Michael Francis Kolarcik S. J., Rettore del Pontificio Istituto Biblico, di Francesco Buranelli, Presidente della Commissione Permanente per la Tutela dei Monumenti Storici ed Artistici della Santa Sede, e di Alessandro Naso, Direttore ISMA – CNR e ordinario di Etruscologia presso l’Università Federico II di Napoli.

La nuova pubblicazione costituisce il primo volume della collana dedicata alla collezione del Pontificio Istituto Biblico che illustra la sezione relativa ai materiali etrusco-italici e greci.
La classificazione dei reperti di questa sezione, proposta integralmente per la prima volta, è il risultato di una lunga e complessa ricerca storico-archivistica, che ne ha permesso l’identificazione e una coerente reintegrazione nella collezione.
A una puntuale ricostruzione storica del Museo del Pontificio Istituto Biblico segue il catalogo, che partendo da una macro classificazione per provenienza, suddivide poi i frammenti per classe ceramica e forma.

Anticipiamo le parole introduttive al libro a firma di Ferdinando Sciacca:

L’interesse quasi spasmodico dei Principi Torlonia per l’arte e le antichità, dovuto a investimenti finanziari, alla necessità di nobilitarsi inizialmente agli occhi dell’antica aristocrazia romana e a sincera passione e mecenatismo, si sostanziava degli acquisti di grandi collezioni di antichità che andarono ad arricchire le dimore romane della famiglia.
Oltre ai possedimenti di Tarquinia e Cerveteri, l’interesse dei Principi Torlonia per le antichità etrusche si concentrò certamente a Vulci. Acquistato nel 1855 il fondo di Musignano, gli scavi proseguirono nel 1856-1857, sotto la direzione dello stesso François, che concentrò gli interventi soprattutto nella necropoli di Ponte Rotto con la scoperta della celebre tomba che porta il nome dello scavatore, e nel 1879-1883 sotto la direzione di Francesco Marcelliani.
Ancora più importante fu l’intervento eseguito tra l’11 febbraio e il 1° giugno 1889 da Stéphane Gsell per conto dell’École Française de Rome e di Giulio Borghese Torlonia nelle necropoli della Badia, di Ponte Rotto e della Polledrara.
L’attuale pubblicazione dei materiali etrusco-italici della Collezione del Pontificio Istituto e, tra questi, dei vasi degli scavi vulcenti trovati da Stéphane Gsell offre quindi un pur limitatissimo risarcimento di una pagina importante delle complesse vicende della riscoperta di Vulci.