I vetri incisi portuensi nelle Collezioni Vaticane
I vetri incisi portuensi nelle Collezioni Vaticane

I vetri incisi portuensi nelle Collezioni Vaticane

La produzione dei vetri figurati in età tardoantica

Giovedì 26 ottobre 2017, ore 16.30
Sala Conferenze, Musei Vaticani

Il Giovedì dei Musei del 26 ottobre vedrà la partecipazione di due relatori: Lucia Saguì, dell’Università La Sapienza di Roma, con un intervento su “I vetri incisi portuensi nelle Collezioni Vaticane e la produzione dei vetri figurati in età tardoantica”; e Claudia Lega, del Reparto per le Arti Decorative dei Musei Vaticani, che presenterà invece gli scavi ottocenteschi nella tenuta Torlonia a Porto e i 45 reperti donati nel 1868 dal Principe Torlonia a Pio XI e destinati al Museo Cristiano.

Anticipiamo un breve estratto della conferenza di Lucia Saguì:

La ricerca prende spunto dalla possibilità di documentare direttamente, a più di 40 anni dall’edizione del Fremersdorf, i vetri incisi figurati delle collezioni vaticane, dei quali sono ora possibili una lettura più chiara e la ricomposizione di frammenti pubblicati come appartenenti ad esemplari distinti. Tra questi spicca una serie di piatti rinvenuti a Porto, nel cosiddetto Xenodochio di Pammachio, ora identificato con la basilica portuense, recuperati negli scavi dei Torlonia e donati a Pio IX. Tutti i vetri documentati sono inquadrabili nell’ambito di una produzione urbana di IV secolo avanzato, attestata soprattutto a Roma, ma diffusa anche nelle province transalpine e del Mediterraneo occidentale, che con le sue complesse e a volte pregnanti iconografie denuncia spesso una committenza di alto livello e rientra a pieno titolo, così come le opere di toreutica e gli avori, nell’ambito dell’arte largizionale.

L’intensa attività che i diatretarii svolgevano a Roma nel corso del IV secolo è confermata dalla recente attribuzione alle officine urbane di altri due gruppi di vetri incisi che, come nel primo caso, raffigurano temi con valenza sia pagana sia cristiana più o meno esplicita, ma sono chiaramente distinguibili per la tecnica di esecuzione e per la coerenza di linguaggio.

La storia dell’arte diatretaria non inizia né termina a Roma. Ne viene quindi ripercorso brevemente lo sviluppo, dagli esordi in area orientale, come tutto ciò che riguarda le innovazioni nel campo del vetro, all’exploit campano, alle ultime manifestazioni provinciali dell’area transalpina, in particolare di Colonia.