Oltre l’immagine
Oltre l’immagine

Oltre l’immagine

Iscrizioni nascoste sui vasi ateniesi

Giovedì 14 giugno 2018, ore 16.00
Sala Conferenze, Musei Vaticani

Giovedì 14 giugno, ultimo Giovedì dei Musei prima della pausa estiva, i Musei del Papa promuovono la conferenza dal titolo “Oltre l’immagine. Iscrizioni nascoste sui vasi ateniesi. Straordinarie scoperte tra il Museo Archeologico di Firenze e il Museo Gregoriano Etrusco”, che sarà tenuta dal Direttore del Museo Archeologico Nazionale di Firenze Mario Iozzo.

L’incontro – introdotto da Barbara Jatta, Direttore dei Musei Vaticani – intende presentare le nuovissime e sensazionali scoperte effettuate sui vasi greci, in particolare quelli ateniesi che sono custoditi sia nel museo fiorentino che in quello vaticano. Le iscrizioni “nascoste” hanno rivelato una forma di comunicazione, una sorta di codice segreto tra vasaio e pittore, che orientava la scelta delle raffigurazioni da dipingere sui vasi. Una scoperta che impone quindi un riesame di tutti i capolavori dell’arte vascolare greca a noi noti.

Sul tema interverrà anche Maurizio Sannibale, Curatore del Reparto Antichità Etrusco-Italiche dei Musei Vaticani.

Anticipiamo un estratto dell’intervento di Mario Iozzo:

La conferenza verterà sull’importante scoperta di alcune iscrizioni “nascoste” recentemente individuate su due celebri vasi attici a figure rosse, una “pelike” (anforetta a pera) con le imprese di Teseo, attribuita al Pittore di Berlino, nel Museo Archeologico Nazionale di Firenze, e una “kylix” (coppa) con Edipo e la Sfinge, attribuita al Pittore di Edipo, nel Museo Gregoriano Etrusco.

Grazie ad altri confronti rintracciati nel resto della produzione vascolare ateniese tra VI e V sec. a.C., illustrerò la possibilità che queste iscrizioni - incise prima della cottura e soprattutto prima della fase della decorazione dei vasi, durante la quale venivano ricoperte con la vernice nera e quindi destinate a non essere viste a prodotto finito - documentino l’esistenza, nel quartiere ceramico di Atene, di una forma di “comunicazione” interna tra vasaio e pittore, di una pratica di “annotazioni” o “indicazioni” rivolte dall’uno all’altro che orientavano la scelta delle raffigurazioni e dei temi da dipingere. Una scoperta sorprendente, che ora impone a quanti si occupano di ceramografia greca, e in particolare di quella attica, un riesame dell’enorme numero di vasi che dai porti di Atene furono distribuiti sui quasi 65.000 Km di coste dell’intero Mediterraneo.