Tra passato e presente
Tra passato e presente

Tra passato e presente

Il Servizio Fotografico (si) racconta

Giovedì 4 luglio 2013, ore 16.00
Sala Conferenze, Musei Vaticani

Il Giovedì dei Musei invita il pubblico all'ultima conferenza della stagione dando appuntamento alle ore 16.00 del 4 luglio, presso la Sala Conferenze, per un incontro dedicato ad una delle molteplici realtà lavorative che compongono i "Musei del Papa": il Servizio Fotografico. Sarà proprio la responsabile del Servizio, Rosanna Di Pinto, dall'alto della sua pluriennale esperienza, a tracciarne il profilo in un racconto che si snoda tra passato e presente, attraverso le diverse evoluzioni tecniche e organizzative.

Anticipiamo un estratto della conferenza "Tra passato e presente, il Servizio Fotografico (si) racconta":

Il Servizio Fotografico è un Ufficio della Direzione dei Musei, appartenente all'area gestionale-amministrativa, deputato alla fornitura delle fotoriproduzioni delle opere e delle immagini appartenenti alle Collezioni affidate alla custodia della Direzione medesima. Le immagini possono essere fornite per ragioni di studio, per pubblicazione, esposizione o a fini privati, ove possibile ancora in formato analogico, oppure sotto forma di immagini digitali ottenute con ripresa diretta o per acquisizione, a cura del personale interno all'Ufficio. In assenza di materiale disponibile, il Servizio inoltra al Laboratorio Fotografico dei Musei la necessaria richiesta di nuovi scatti per poter adeguatamente soddisfare la domanda ricevuta. 

Centrali, nelle competenze dell'Ufficio, sono i servizi di carattere tecnico, consultivo e selettivo da esso erogati in relazione alla preparazione delle immagini destinate soprattutto all'editoria ed alla comunicazione per le realizzazioni interne ed esterne ai Musei.

Il Servizio Fotografico è un Ufficio della Direzione dei Musei, appartenente all'area gestionale-amministrativa, deputato alla fornitura delle fotoriproduzioni delle opere e delle immagini appartenenti alle Collezioni affidate alla custodia della Direzione medesima. Le immagini possono essere fornite per ragioni di studio, per pubblicazione, esposizione o a fini privati, ove possibile ancora in formato analogico, oppure sotto forma di immagini digitali ottenute con ripresa diretta o per acquisizione, a cura del personale interno all'Ufficio. In assenza di materiale disponibile, il Servizio inoltra al Laboratorio Fotografico dei Musei la necessaria richiesta di nuovi scatti per poter adeguatamente soddisfare la domanda ricevuta.
Centrali, nelle competenze dell'Ufficio, sono i servizi di carattere tecnico, consultivo e selettivo da esso erogati in relazione alla preparazione delle immagini destinate soprattutto all'editoria ed alla comunicazione per le realizzazioni interne ed esterne ai Musei.

Come settore preposto alla gestione della riproducibilità delle immagini, in sintonia con le attività di vigilanza per il rispetto dei diritti d'uso e godimento pubblico che in base alla legislazione vaticana vigente competono alla Direzione dei Musei sul patrimonio archeologico e storico-artistico affidato alla sua tutela, il Servizio fotografico ha inoltre il compito di regolamentare la fruizione delle immagini fornite, secondo precise procedure economiche e normative. A tal fine esso procede, nei confronti dei richiedenti, all'applicazione dei canoni previsti per la fornitura delle immagini e per la loro riproduzione a partire dal tariffario vigente che, ratificato dalle superiori Autorità vaticane, si articola su casistiche d'uso afferenti alle diverse categorie editoriali, audiovisive o espositive. Provvede altresì a far sottoscrivere ai richiedenti una normativa atta a disciplinare l'utilizzazione delle immagini, accreditandone regolarmente la fonte di provenienza e la titolarità relativa. Al Servizio è anche affidato il coordinamento delle attività connesse allo svolgimento di riprese fotografiche e/o filmate, superiormente autorizzate, effettuate da terzi all'interno dei Musei e nelle aree di loro pertinenza, cui l'Ufficio attende impostando analoghe procedure di salvaguardia sul piano economico e normativo, ancora una volta in osservanza della legislazione vaticana. Il Servizio dispone anche di una sezione video che accoglie e classifica materiali filmati relativi agli ambienti ed alle opere appartenenti alle Collezioni dei Musei ed alle aree extra-museali di loro competenza, su supporti diversificati. La fornitura del repertorio filmato esistente è regolata da specifiche norme di tutela concepite in continuità con quelle su cui si basa la concessione delle immagini fisse.

Questo è l'attuale profilo del Servizio Fotografico dei Musei Vaticani, sancito e ratificato da Antonio Paolucci nel 2010, nell'ambito di una generale riorganizzazione del settore fotografico museale. Ma quando, nel tempo, si definiscono per la prima volta i tratti distintivi del Servizio Fotografico di oggi? E quali sono i caratteri che lo allontanano dal suo passato, nella alterità del ruolo che le precedenti Amministrazioni museali hanno assegnato al Servizio, secondo una letterale definizione di identità? Partendo dagli ultimi ventiquattro anni di attività, direttamente vissuti attraverso un'esperienza professionale di settore iniziata nel 1989, Rosanna Di Pinto, Responsabile del Servizio, cerca di rispondere a queste domande; e riferendosi all'operato di tutti coloro che nello stesso incarico l'hanno preceduta – Deoclecio Redig De Campos, Hermine Speier, Edith Cicerchia, Lucina Vattuone, Guido Cornini - traccia un percorso che, rispetto alle attuali competenze dell'Ufficio, individua i principali elementi di continuità tra passato e presente, delineando per ognuna di esse, il punto di origine e le essenziali fasi di snodo nei rispettivi contesti di appartenenza.

Il racconto, costruito in base ad una serie di indagini d'archivio avviate soprattutto negli ultimi anni, attraversa quindi le prime forme organizzate di disbrigo amministrativo della domanda fotografica, databili attorno ai primi anni Trenta del Novecento, coincidenti con lo sviluppo delle raccolte fotografiche voluto dal moderno Direttore di allora Bartolomeo Nogara (1920-1954). Sposta poi l'attenzione sugli originari esempi di regolamentazione della ripresa fotografica all'interno dei Musei, rintracciandone le prime significative espressioni addirittura nella seconda metà dell'Ottocento, in un momento storico completamente diverso per la conformazione dell'Istituzione Musei, ma assolutamente determinante per la definitiva affermazione della fotografia professionale. Rinviene poi, in particolare negli anni Quaranta del secolo scorso, alcuni interessanti riferimenti all'iter autorizzativo previsto per l'esecuzione di riprese filmate. Una serie di frammenti di amministrazione normativa, logistica ed economica apparentemente slegati e discontinui che molto più avanti, tra gli anni Settanta e Novanta del Novecento, di fronte alle moderne trasformazioni museali, si confermeranno componendosi in una organica ed univoca sede riassuntiva; fino a trovare nel 2000 contorni molto più puntuali e completi, grazie a quell'ampio quadro di riferimento che sarà rappresentato dalla Legislazione vaticana promulgata a tutela dei beni culturali della Santa Sede e del relativo patrimonio visivo.

Un percorso che non trascurerà analogamente di evidenziare le nuove implementazioni derivate dal progredire delle tecnologie ed i principali tratti di discontinuità tra passato e presente, soffermandosi in particolare su quello di più macroscopica evidenza: la precedente attribuzione al Servizio della funzione di attivo esecutore e organizzatore, mediante l'annesso Laboratorio Fotografico, della ripresa, per l'appunto dei "servizi fotografici" necessari all'evasione della domanda interna ai Musei, per tutte le finalità di carattere istituzionale: studio, ricerca, restauro, pubblicazione ed esposizione. Un ruolo definito con Bartolomeo Nogara e più volte ribadito nel corso del Novecento, con le successive direzioni di Deoclecio Redig Campos (1971-1978), Carlo Pietrangeli (1978-1995), Francesco Buranelli (1996-2007) e lo stesso Antonio Paolucci nei primi due anni del suo direttorato. A fare da sfondo al racconto, quindi, l'ampio apparato illustrativo derivato dalle innumerevoli ricognizioni fotografiche effettuate a partire dagli anni Settanta attraverso il qualificato personale interno o acquisite mediante il contributo di tanti validi professionisti esterni, affidato ugualmente al coordinamento del Servizio, per le più diverse finalità istituzionali: la documentazione dei grandi restauri, dei nuovi allestimenti, delle esposizioni, degli avvenimenti memorabili.

Una trama fotografica che tuttavia al di là della testimonianza "eventuale" e storico-documentaria, ci restituisce anche il profilo di un'esperienza corale prima di tutto umana, riconoscibile, fin dove possibile, nei volti delle tante persone che di questa vicenda sono state protagoniste dirette e di tutti coloro che lo sono nel presente.