Il lavoro quotidiano del Laboratorio si concentra per la maggior parte su opere provenienti dai differenti Reparti museali. Vengono affrontati progetti di restauro e conservazione riguardanti sia le opere in esposizione permanente che quelle presenti nei depositi. Le opere scelte per l’invio ad esposizioni nazionali ed internazionali vengono controllate e messe in sicurezza nella fase di movimentazione.
Il livello di degrado del supporto cartaceo è determinato dalle caratteristiche intrinseche del materiale stesso, dalla tipologia di materiali utilizzati su di essa (come inchiostri e pigmenti) e, soprattutto, dalle condizioni di conservazione. Per queste ragioni, prima di affrontare qualsiasi intervento, le opere vengono indagate dal punto di vista delle tecniche esecutive e dei materiali costitutivi. Completano il quadro di indagine le ricerche relative alla determinazione e caratterizzazione dei pigmenti eseguite dal Laboratorio di Diagnostica per la Conservazione ed il Restauro dei Musei Vaticani.
I danni riscontrati con maggiore frequenza sono dovuti all’attacco di insetti, all’alterazione del supporto per fenomeni di fotossidazione, alla deformazione dei supporti (che porta, in alcuni casi, alla perdita di porzioni degli stessi) ed infine al distacco e alla decoesione dei pigmenti.
Servendosi delle tecnologie più avanzate, i restauratori prediligono interventi conservativi il meno invasivi possibile, a favore del recupero dell’unità dell’opera.
I materiali utilizzati e testati per la conservazione, quali carte, colle e cartoni, garantiscono la piena reversibilità dell’intervento.