Niobide Chiaramonti

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Niobide Chiaramonti
Niobide Chiaramonti
Museo Gregoriano Profano

La statua raffigura una delle figlie di Niobe, mentre tenta di fuggire dalle frecce di Apollo e Artemide. Il mito narra infatti che Niobe, regina di Tebe, ebbe 14 figli e per questo si vantava di essere superiore a Latona, la quale diede a Zeus soltanto una coppia di gemelli. Questi ultimi decisero di vendicare l'offesa recata alla madre uccidendo tutti i Niobidi a colpi di freccia, Apollo i maschi e Artemide le femmine.
È probabile che la figura sia una copia di età adrianea, forse parte di un complesso gruppo scultoreo raffigurante i Niobidi. Di tale gruppo, che replicava un noto ciclo statuario dell'età ellenistica, esistono diverse versioni, la più completa delle quali è conservata presso la Galleria degli Uffizi. L'opera è stata rinvenuta alla metà del '500 a Villa Adriana a Tivoli, durante gli scavi voluti dal Cardinale Ippolito d'Este.

Acquisita dai Musei Vaticani, fu a lungo esposta nel Museo Chiaramonti; da tale collocazione deriva il nome di questo specifico tipo iconografico (Niobide Chiaramonti).