La forma del mosaico
La forma del mosaico

La forma del mosaico

Calchi dei mosaici di S. Maria Maggiore e del Battistero Lateranense nei Musei Vaticani

Giovedì 18 febbraio 2016, ore 16.00
Sala Conferenze, Musei Vaticani

Giovedì 18 febbraio, alle ore 16.00, primo appuntamento del 2016 con Il Giovedì dei Musei.
La conferenza, dal titolo “La forma del mosaico. Calchi dei mosaici di S. Maria Maggiore e del Battistero Lateranense nei Musei Vaticani”, è dedicata ai 37 calchi di mosaici conservati nei Musei del Papa e realizzati, tra il 1930 e 1940, in occasione dei cantieri di restauro intrapresi, all’indomani dei Patti Lateranensi, nei due grandi monumenti della Roma cristiana antica.
All’introduzione del prof. Antonio Paolucci, Direttore dei Musei, seguiranno gli interventi di Carlo Bertelli, Matteo Pola, Alessandro Vella e Umberto Utro.

Anticipiamo un estratto dello speech di Umberto Utro, curatore del Reparto Antichità Cristiane dei Musei Vaticani:

I 37 calchi di mosaici pertinenti alle collezioni dei Musei Vaticani furono realizzati tra gli anni ‘30 e la fine degli anni ‘40 del Novecento, in occasione dei cantieri di restauro intrapresi sotto Papa Pio XI (1922-1939) nei due grandi monumenti della Roma cristiana antica, all’indomani della stipulazione dei Patti Lateranensi (Responsabile incaricato Biagio Biagetti, Direttore della Pinacoteca Vaticana; relazioni e documentazione a firma di G. Pianigiani).
Per modernità di orientamento e sperimentazione tecnica, questi lavori segnarono una nuova fase nell’approccio al restauro del mosaico e una nuova sensibilità verso le opere musive, non più considerate solo veicolo di immagini bidimensionali.
I calchi, infatti, coadiuvando la rappresentazione grafica e fotografica prodotta nell’ambito delle campagne di restauro, testimoniano la tridimensionalità dei manufatti originali e permettono la conoscenza di aspetti inediti delle specifiche modalità esecutive degli stessi, documentandone, inoltre, lo stato conservativo precedente alle discusse integrazioni poi effettuate.

La realizzazione dei calchi prevedeva un altissimo livello di specializzazione nei diversi settori di competenza: mentre il formatore del Laboratorio di Restauro Vaticano Francesco Mercatali eseguiva la riproduzione in gesso delle superfici interessate, selezionando le zone a maggior rischio conservativo – ma anche i particolari interessanti delle figurazioni e i settori di murature  scoperti per il distacco dei rivestimenti –, una squadra di pittori riproduceva ad olio la policromia originale, lavorando tessera per tessera direttamente sui ponteggi, in modo da garantire l’assoluta fedeltà assicurata dal riscontro diretto con il modello.

La maggioranza dei calchi di mosaico oggi conservati nei Musei Vaticani proviene dal cantiere di S. Maria Maggiore, per un totale di ventinove esemplari, di cui ventuno riferibili al celeberrimo ciclo musivo di Papa Sisto III (432-440) [otto calchi dalle Storie dell’Infanzia di Cristo, cinque calchi dai riquadri delle navate con Storie dell’Antico Testamento, sette calchi delle murature della Basilica e un calco di parte della decorazione a motivo vegetale in stucco rinvenuta sotto al fregio ligneo di Papa Alessandro VI (1492-1503)]; chiudono la serie di S. Maria Maggiore quattro calchi del mosaico della facciata di Filippo Rusuti, della fine Duecento, e quattro calchi dalla coeva decorazione ad opera di Jacopo Torriti.
Dal cantiere di restauro del Battistero Lateranense derivano due calchi dell’interessantissima e purtroppo frammentaria decorazione delle absidiole pertinenti all’antico atrio di Papa Sisto III, attuale Cappella di S. Rufina e S. Seconda, coeva o di poco posteriore al ciclo di S. Maria Maggiore; quattro calchi provengono poi dalla decorazione della Cappella di S. Venanzio, la cui realizzazione fu intrapresa nel VII secolo dal Papa dalmata Giovanni IV (640-642) e portata a termine dal suo successore Papa Teodoro (642-648), per la custodia delle reliquie dei santi martiri di Salona; due calchi di finte volte in tubuli fittili, uno dei quali comprendente un lacerto di tessere musive, si riferiscono, infine, alla Cappella di S. Giovanni Evangelista, nel medesimo Battistero.

Oggi, a distanza di ottanta anni dalla loro realizzazione, il valore storico, didattico ed estetico di questi singolari documenti trova un nuovo riconoscimento nel recente riallestimento presso gli ambienti del Museo Pio Cristiano, che ospitano la collezione di Antichità Cristiane dei Musei Vaticani. A ciò si aggiunge un importante progetto di ricerca per lo studio, la conservazione e la valorizzazione di queste preziose opere, che vede la collaborazione tra i Musei Vaticani e il Museo del Mosaico di Ravenna (TAMO), sotto l’egida del Prof. Carlo Bertelli, per la Fondazione RavennAntica, e del Prof. Antonio Paolucci, Direttore dei Musei Vaticani.