Dall'"aqua Traiana" all'Acqua dei Papi
Dall'"aqua Traiana" all'Acqua dei Papi

Dall'"aqua Traiana" all'Acqua dei Papi

Alla scoperta delle antiche sorgenti

Giovedì 12 marzo 2015, ore 16.00
Sala Conferenze, Musei Vaticani

La riscoperta delle antiche condutture sotterranee dell'Urbe - in particolare di quelle che garantiscono l'approvvigionamento idrico dello Stato Vaticano - e il loro singolare interesse archeologico e speleologico, saranno oggetto della conferenza in programma per il prossimo Giovedì dei Musei del 12 marzo, alle ore 16.00, presso la Sala Conferenze dei Musei Vaticani. L'incontro, che porta il titolo "Dall'aqua Traiana all'Acqua dei Papi. Alla scoperta delle antiche sorgenti", sarà animato dall'intervento degli archeologi Giorgio FilippiElena Felluca e Cristiano Ranieri

Segue un estratto della conferenza a cura di Giorgio Filippi, curatore della Raccolta Epigrafica dei Musei Vaticani: 

La storia degli acquedotti romani dell'Urbe costituisce da sempre un argomento che suscita un vasto interesse, in particolare quella del Traiano-Paolo, legato ai nomi dell'imperatore Traiano (98-117) "aqua Traiana" e del Pontefice Paolo V (1605-1621) "aqua Paula", che giornalmente ancora rifornisce la Città del Vaticano per le 100 fontane che arredano i giardini e i cortili dei papi. Negli ultimi anni si è assistito a un rilancio di attenzione per tale acquedotto da parte di singoli appassionati locali e di gruppi di ricercatori, impegnati a vario titolo nel settore della speleologia e archeologia, in particolare nella riscoperta delle antiche condutture sotterranee.

Le recenti indagini archeologiche dei Musei Vaticani nell'area del Centro radiotrasmittente della Radio Vaticana - dove è il viadotto lungo 400 metri denominato "gli Arcacci" eretto in sostituzione del manufatto traianeo - hanno posto nuovi problemi e per ora non offrono soluzioni alla questione dell'approvvigionamento e della distribuzione idrica nei primi due secoli dell'impero romano in questa area. Restano ancora insolute infatti alcune importanti questioni come l'ambigua doppia denominazione dell'"aqua Traiana" denominata talvolta "aqua Alsietina", a causa della mancanza di conoscenza delle condutture originarie. 
Nuovi elementi, legati allo studio e alla localizzazione delle numerose prese di captazione e diramazioni dell'"aqua Paula", stanno emergendo dalle esplorazioni in corso da parte del Gruppo Speleo Archeologico Vespertilio.

Le ricerche si sono concentrate a Bracciano lungo il Fosso di Boccalupo sino alla zona nota con il nome di Grotte Renana. È emerso che questo tratto dell'acquedotto Traiano-Paolo e le relative captazioni sono di epoca romana e che gli interventi e i rifacimenti rinascimentali sembrano piuttosto limitati. Esso raccoglie varie sorgenti nelle colline boschive a nord-ovest del lago di Bracciano, percorre la circonferenza del lago fino ad Anguillara Sabazia ove si dirige verso Roma sfociando sul Gianicolo. Il condotto principale venne potenziato varie volte nel tempo da quando Paolo V, nel 1612, ripristinò il tracciato di epoca romana costruito per volere dell'imperatore Traiano con lo scopo di rifornire di acqua potabile la XIV regione transtiberina.

Il "caput aquae" di Pisciarelli arricchisce notevolmente il quadro delle conoscenze storiche ed archeologiche dell'acquedotto Traiano: i rilevamenti finora effettuati hanno permesso di conoscere la tecnica costruttiva, la datazione traianea di questo tratto di acquedotto e le sorgenti ad esso collegate. In tale contesto i mattoni timbrati dallo schiavo imperiale Anteros Severianus assumono un posto significativo per quanto riguarda l'approvvigionamento di materiale laterizio del cantiere e la cronologia della produzione. Allo stato attuale delle conoscenze, i nuovi dati topografici permettono di ritenere che il caput acque cosiddetto del Fiora, finora ritenuto il principale, sia una delle tante prese di captazione lungo il percorso dell'acquedotto.