Da Raffaello a Laureti
Da Raffaello a Laureti

Da Raffaello a Laureti

Il restauro della Sala di Costantino

26 febbraio 2025
Musei Vaticani

A quasi dieci anni dall’avvio dei lavori, i Musei Vaticani presentano la conclusione del lungo e complesso restauro del ciclo pittorico della Sala di Costantino, la più ampia tra le Stanze di Raffaello.
L’intervento conservativo, iniziato a marzo del 2015 sulla parete est, su cui domina la scena con la Visione della croce, si è concluso a dicembre del 2024 con il restauro del grande arazzo dipinto che sovrasta l’intera decorazione dal centro della volta.
L’intero progetto è stato coordinato dal Reparto per l’Arte dei secoli XV-XVI ed eseguito dal Laboratorio di Restauro Dipinti e Materiali lignei in collaborazione con il Gabinetto di Ricerche Scientifiche, con il generoso sostegno dei Patrons of the Arts in the Vatican Museums, Capitolo di New York.
La pulitura dei dipinti, con il recupero dei valori formali ed estetici dell’intera decorazione delle pareti e della volta, ha evidenziato molteplici temi di riflessione storica, critica e tecnica relativi alle modalità della sua esecuzione, temi complessi e stimolanti che costituiscono una sorta di spartiacque negli studi su Raffaello, la sua bottega e i grandi cantieri artistici del Cinquecento.

La Sala di Costantino era citata nei documenti come Aula pontificum superior per distinguerla dall’Aula pontificum inferior, collocata al piano sottostante, nell’Appartamento Borgia. Destinata a cerimonie ufficiali quali il concistoro o solenni banchetti nuziali, venne così denominata in onore dell’imperatore romano che concesse la libertà di culto ai cristiani e fu decorata in più fasi: durante i pontificati medicei di Leone X (1513-1521) e Clemente VII (1523-1534), cui risalgono le pitture a olio su muro di Raffaello con la Comitas e la Iustitia e i monumentali affreschi sulle pareti eseguiti dalla sua bottega, guidata da Giulio Romano e Giovan Francesco Penni, raffiguranti la Visione della croce (o Adlocutio), la Battaglia di Ponte Milvio, il Battesimo di Costantino e la Donazione di Roma; durante il papato di Paolo III Farnese (1534-1549), cui spettano in particolare alcuni interventi di Sebastiano del Piombo; e infine durante i pontificati di Gregorio XIII Boncompagni (1572-1585) e Sisto V Peretti (1585-1590), quando venne realizzata la decorazione della volta da parte di Tommaso Laureti, allievo di Sebastiano del Piombo e qui autore dell’iconico Trionfo del cristianesimo sul paganesimo. Oggi le due straordinarie figure dipinte a olio dall’Urbinate, la monumentalità delle scene parietali, il sapiente gioco di inganno visivo ideato dal Laureti con i dipinti della volta, di cui il finto arazzo al centro costituisce un sommo capolavoro di prospettiva illusionistica, nel loro insieme, seppur disomogenei nello stile, consentono dopo il loro completo recupero di apprezzare la impareggiabile varietà decorativa e iconografica della sala.
Al termine del decennale intervento di restauro del ciclo pittorico della Sala di Costantino, si può affermare senza alcun dubbio che i dipinti sulle pareti, le due figure dipinte a olio da Raffaello e i quattro affreschi di Giulio Romano e del Penni, suoi collaboratori, insieme con la successiva decorazione della volta ad opera del Laureti, rappresentino con i loro differenti approcci pittorici una rinnovata e straordinaria testimonianza, un vero e proprio palinsesto, della pittura a Roma dai primi agli ultimi decenni del XVI secolo.