Marino Marini, Il grido

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Marino Marini, Il grido
Marino Marini, Il grido
Sala 7. Marino Marini

La serie dei gridi rappresenta una tappa molto avanzata dell’evoluzione formale a cui l’artista sottopone il cavaliere a cavallo. Entrati a far parte del suo repertorio iconografico al principio degli anni Sessanta, quando inizia ad abbozzare su tela l’immagine dell’uomo disarcionato, l’artista giunge nel 1962 alla revisione tridimensionale del tema. Preceduti dai miracoli (di cui la Collezione presenta un esemplare monumentale in pietra africana del 1971) e dai guerrieri, in cui la simbiosi tra i due si è già infranta, i gridi costituiscono un passo ulteriore nel processo di smembramento. Un traguardo intermedio verso la successiva decomposizione, che approderà a vere e proprie composizioni astratte: riduzioni geometriche ormai prive di contenuti eppure memori delle loro origini organiche. Del medesimo soggetto in Collezione esiste anche una tecnica mista su carta del 1963, donata dalla moglie dell’artista Marina Marini nel 1989.