Sale 21 e 22. La pittura in Italia tra le due guerre

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Sala 21
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Sala 22
Sala 22
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La selezione esemplifica la tendenza che dal primo dopoguerra favorisce un recupero di forme e stili desunti dal passato. Rispetto alle ricerche d’avanguardia viene recuperata la grande tradizione artistica italiana e matura un linguaggio più fedele al reale: una figurazione semplice, legata a soggetti intimisti, paesaggi, ritratti e nature morte. Gli artisti presentati in queste due sale sono tra i maggiori interpreti della stagione; nei primi due decenni del secolo i loro percorsi si sono variamente intersecati: Carrà e Severini prendono parte all’esperienza futurista; Carrà e De Pisis aderiscono alla Metafisica; sono tutti presenti alla prima mostra del Novecento italiano, organizzata nel 1926 dalla Sarfatti; Carrà e Severini sottoscrivono il Manifesto della Pittura murale scritto nel 1933 da Mario Sironi. Le opere esposte raccontano la varietà di declinazioni che questi artisti propongono nella rappresentazione della figura umana, della natura morta, della città e di episodi tratti dalla sacre scritture.