Epitaffio di donna sepolta dal marito

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Epitaffio di donna sepolta dal marito
Epitaffio di donna sepolta dal marito
Sezione XII. Famiglia e società: altre iscrizioni

Marcus Aurelius Sostratianus Straton, dedicante dell’epigrafe e committente del sepolcro, seppellisce la moglie trentaquattrenne Fabia Laeta, elogiata come “santissima donna”, in una cupula structilis, cioè in una tomba geometricamente simile a una mezza botte sdraiata (cupa significa botte; nella forma diminutiva: cupula), costruita probabilmente in “opera cementizia” (opus caementicium), cioè con malta e frammenti di tufo, racchiudente il contenitore delle ceneri (o un’inumazione) e corredata della lastra iscritta. Esemplari di tombe “a botte” sono visibili, ancora sul posto, nella necropoli della via Triumphalis in Vaticano e nella necropoli dell’Isola Sacra (Ostia). Nell’ultima riga, scritta in lingua greca, dopo il saluto “salve a voi” segue la sintetica e amara riflessione filosofica popolare “(la vita è) questo” (= la tomba). S’invita il passante a prendere consapevolezza del comune destino di ogni essere umano mortale, lasciando sottintesa l’esortazione a giovarsi della vita come di una felice opportunità benefica.