Epitaffio con minaccia per i violatori del sepolcro
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Epitaffio con minaccia per i violatori del sepolcro
Claudia Monime, dedicante della stele, fece scrivere (scripsit) questo epitaffio (titulum) in ricordo (memoriam) del figlio venticinquenne Fulvius Epagathus e vi aggiunse una frase ammonitrice, di un genere abbastanza ricorrente nell’epigrafia sepolcrale: “chiunque vorrà rimuovere la stele iscritta, abbia a soffrire questo dolore”, subendo cioè la stessa offesa che avrà commesso. La violazione delle tombe, specie quelle di famiglie estinte, in antico fu un evento diffuso, causato dal desiderio di saccheggiare gli arredi o di riutilizzare l’edificio o lo spazio di sepoltura. A nulla valse lo status di bene consacrato alle divinità infere (res religiosa). Il fenomeno, combattuto dalla legge, in progressione di tempo fu punito con severità crescente, passando da pene pecuniarie alla condanna ai lavori forzati e alla pena capitale per i casi più gravi e banditeschi, senza tuttavia essere mai eliminato.