Epitaffio con augurio di pace nell’aldilà e àncora

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Epitaffio con augurio di pace nell’aldilà e àncora
Epitaffio con augurio di pace nell’aldilà e àncora
Sezione XV. Iscrizioni dei cristiani in lingua greca

Preceduta da un’àncora, l’iscrizione su lastra contiene il nome della defunta e un augurio a lei rivolto: Κλωδιανὴ, τὸ πνεῦμα σου ἐν εἰρήνῃ “Clodianè, la tua anima (sia) in pace”. Sinteticità e presenza di elementi figurativi tipici del repertorio delle origini, come l’àncora (simbolo cristologico-soterico, allusivo alla croce e alla salvezza), caratterizzano le iscrizioni dei primi nuclei catacombali risalenti alla prima metà del III secolo. Tra questi c’è la regione del secondo livello della catacomba di S. Ermete, dove furono accolte le spoglie del martire Giacinto (il suo epitaffio è ancora sul posto) e da dove proviene la nostra lastra. L’àncora spesso è in coppia con il pesce che allude all’acrostico greco ἰχθὺς (ichthýs), formato dalle lettere iniziali delle parole Ἰ(ησοῦς) Χ(ριστός) Θ(εοῦ) Υ(ἱὸς) Σ(ωτήρ) (leggi: Iesùs Christòs Theù hyiòs sotèr) “Gesù Cristo, di Dio figlio, salvatore”.