Lastra con epitaffio di un africano

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Lastra con epitaffio di un africano
Lastra con epitaffio di un africano
Sezione XVI. Iscrizioni dei cristiani, II

Bastano due parole per identificare una persona e un luogo: il nome proprio, Vernac(u)lus, e l’etnico Carpitanus. Il nome, passato nel moderno lessico italiano (vernacolo), corrisponde al diminutivo di verna “schiavo nato in casa”. L’etnico, secondo un costume ancora in uso, caratterizza socialmente la persona, conosciuta come “il carpitano” ossia come straniero di Carpis sulle coste di Capo Bon (Tunisia), una delle città portuali nordafricane da dove giungevano a Roma, capitale dell’Impero, grandi quantità di materie prime e derrate alimentari prodotte in vasti possedimenti privati e pubblici. Null’altro sappiamo, salvo che, come molti altri, venne a Roma e qui concluse la propria vita. Ignoriamo anche il suo credo religioso: l’iscrizione non contiene elementi testuali o figurativi che ne denuncino la cristianità (la brocca o urceus a sinistra non è un soggetto tipicamente cristiano). Né ci è nota una provenienza catacombale della lastra.