Cista ovale con amazzonomachia
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Cista ovale con amazzonomachia
Le ciste venivano utilizzate per contenere oggetti legati alla cura del corpo, come specchi, unguenti e strigili. Questa, di particolare pregio artistico fu rinvenuta nella nicchia di una ricca tomba scoperta dai fratelli Campanari. Il manico è un fantasioso gruppo plastico, con un uomo e una donna in elegante equilibrio sulla groppa di due oche, forse identificabili con Afrodite e Adone (l’oca è animale sacro alla dea). La decorazione è a sbalzo: sul coperchio sono raffigurate le teste di un giovane Satiro e di una Menade coronata e ingioiellata, tra volute, delicati racemi, fiori e uccellini; sul corpo è un fregio con amazzonomachia. Curiosamente le Amazzoni, a piedi e a cavallo, adottano costumi e armi greche, in luogo delle tradizionali bipenni e pelte.
Nella seconda metà del IV sec. a.C. l’Etruria e il Lazio recepiscono molti stimoli dall’arte dell’Italia meridionale ellenizzata. Ad essa rimandano la combinazione di elementi vegetali con teste isolate – tipica della pittura vascolare magno-greca – e l’amazzonomachia che riprende schemi adottati nell’arte funeraria tarantina.