Sarcofago dalla tomba dei Vipinana
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Sarcofago dalla tomba dei Vipinana
Sul coperchio, conformato a klìne, è rappresentato il defunto disteso, cinto dalla corona conviviale e con una phiàle (tazza per libagioni) nella destra.
La scena sul fronte della cassa si svolge in un ambiente naturale indicato dal terreno sassoso. Agli estremi siedono Artemide e Apollo, alati e armati di arco, che, con apparente calma, fanno strage dei dodici figli di Niobe, qui rappresentati solo da tre fanciulli e tre giovinette, fra i quali compaiono la madre e l’anziano pedagogo in atteggiamenti di disperazione. Sul lato corto di destra è narrato lo scempio del corpo di Ettore trascinato dalla quadriga di Achille; quello di sinistra ospita il duello fra un centauro e due Lapiti.
Il coperchio propone un bell’esempio di ritratto tipologico aderente alla concezione ritrattistica medio-italica, che esprime l’incontro fra i modelli tardo-classici e la ricerca di individualizzazione introdotta da Lisippo. Assai meditata è la scelta dei soggetti mitici della cassa, con un evidente richiamo a un patrimonio di valori etici senza il rispetto dei quali si incorre nella punizione divina. Per questi aspetti di ricercatezza intellettuale, oltre che per i caratteri stilistici, il sarcofago si ascrive all’attività di una bottega di alto livello, operante a Tuscania o a Tarquinia per la committenza colta, cui è stato attribuito anche il sarcofago del Poeta.