Anfora attica del Pittore della Piangente del Vaticano

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Anfora attica del Pittore della Piangente del Vaticano
Anfora attica del Pittore della Piangente del Vaticano
Anfora attica del Pittore della Piangente del Vaticano
Anfora attica del Pittore della Piangente del Vaticano
Sala XIX. Emiciclo Inferiore. Collezione dei Vasi, ceramica attica

Ambientata in un bosco, si svolge una scena di compianto funebre incentrata su una figura femminile (da notare la resa convenzionale dell’incarnato in bianco), forse identificabile con Eos, l’Aurora, che piange sul corpo del figlio Memnone, composto nudo su un letto di frasche dopo averlo riportato in Etiopia. Gli alberi alle sue spalle accolgono le armi e il chitone di Memnone. Il re degli Etiopi giunse in aiuto dei Troiani a capo di un'armata e, dopo aver ucciso Antiloco figlio di Nestore, cadde a sua volta per mano di Achille. Eos porta le mani alla testa, afferrando una ciocca di capelli in gesto di pianto e di lutto. Il mito vuole che dalle sue lacrime abbiano avuto origine le gocce di rugiada.
Sulla parte opposta è raffigurato l’episodio di Menelao che riprende Elena dopo il sacco di Troia. Il re di Sparta, vestito da oplita, minaccia con una spada la moglie fedifraga, afferandole il mantello.
Il Pittore della Piangente del Vaticano (o del Vaticano 350), così denominato da questo vaso, è un ceramografo attico molto vicino a Exekias e al Gruppo E; si ritiene che per l’episodio di Eos e Memnone possa essersi ispirato a una pittura del maestro.