Kàntharos attico della Classe del Vaticano (Classe M)

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Kàntharos attico della Classe del Vaticano (Classe M)
Kàntharos attico della Classe del Vaticano (Classe M)
Kàntharos attico della Classe del Vaticano (Classe M)
Kàntharos attico della Classe del Vaticano (Classe M)
Kàntharos attico della Classe del Vaticano (Classe M)
Kàntharos attico della Classe del Vaticano (Classe M)
Sala XIX. Emiciclo Inferiore. Collezione dei Vasi, ceramica attica

Su questo kàntharos gianiforme, ovvero a doppia protome umana, sono raffigurati in simmetrica contrapposizione una testa di Eracle e una testa di nero africano. Secondo un’ipotesi, i due soggetti potrebbero costituire un riferimento all’episodio di Eracle e Busiride, il mitico sovrano egizio che, per allontanare una carestia, destinava al sacrificio gli stranieri che capitavano in Egitto. Tra questi Eracle che, di ritorno dall’impresa del giardino delle Esperidi, catturato e condotto all’altare del sacrificio, fece strage del corteggio e dello stesso faraone. Resta il fatto che, proprio a seguito dei contatti con l’Egitto faraonico, i Greci incrementarono la conoscenza del mondo africano già dal VII sec. a.C., entrando in contatto con le etnie nilotiche dell’Africa interna. Più che da una suggestione esotica, la confidenza con il soggetto da parte del ceramista ateniese potrebbe essere stata determinata dalla reale presenza di neri africani, introdotti come schiavi nella stessa Atene o arruolati come mercenari, come accadde nelle armate di Serse intorno al 480 a.C.