“Stoffe, tessuti e arti decorative fra sacro e profano”
“Stoffe, tessuti e arti decorative fra sacro e profano”

“Stoffe, tessuti e arti decorative fra sacro e profano”

15 maggio 2018, ore 16.00
Sala Conferenze, Musei Vaticani

Incontro particolarmente ricco e denso quello organizzato dai Musei Vaticani per martedì 15 maggio. Saranno infatti ben tre i volumi, tutti per i tipi delle Edizioni Musei Vaticani, che saranno introdotti dal Direttore dei Musei del Papa Barbara Jatta sotto il cappello del tema "Stoffe, tessuti e arti decorative fra sacro e profano". "Vestire i Palazzi" (a cura di Alessandra Rodolfo e Caterina Volpi), "Lusingare la vista" (a cura di Adriano Amendola), "Il Papa e le sue vesti" (di Marzia Cataldi Gallo) questi i tre titoli – di cui i primi due della collana Dentro il Palazzo – che saranno presentati da relatori d’eccezione quali il prof. Antonio Paolucci, già Direttore dei Musei Vaticani, Gail Feigenbaum, Direttore Associato del Getty Research Institute, e Alessandra Rodolfo, curatore per i Musei Vaticani dei Reparti per l'Arte dei secoli XVII-XVIII e Arazzi e Tessuti.

La collana Dentro il Palazzo è il frutto di ricerche condotte negli anni attraverso la collaborazione del Getty Research Institute di Los Angeles e la “Sapienza” Università di Roma a cui sono subentrati successivamente i Musei Vaticani, grazie ai quali è stato possibile concretizzare i risultati con la pubblicazione dei volumi "Vestire i Palazzi" e "Lusingare la vista", sul tema degli allestimenti, degli arredi e del collezionismo nei palazzi romani di età moderna. L’obiettivo è quello di ricostruire e ricreare gli interni delle dimore storiche romane, papali, patrizie, cardinalizie e borghesi consentendo al lettore di immergersi in ambienti oggi scomparsi ma descritti con cura e puntualità dai diversi studiosi.
Grazie allo studio di inventari dell’epoca, secondo criteri completamente inediti, è stato possibile ricostruire l’ordine – e spesso anche l’armonico e raffinato disordine – degli allestimenti dei palazzi e dei luoghi presi in esame dove non solo dipinti e statue ma anche oggetti mobili, parati, pietre, stoffe costituivano una scenografia mobile e straordinaria, specchio del gusto e dell’arte del tardo rinascimento e del barocco. Tale approccio che propone un sistema delle arti complesso e articolato mette in discussione alcuni punti fermi della nostra disciplina a partire dal modo in cui, secondo un’ottica in gran parte ottocentesca, siamo stati abituati a considerare le opere d’arte nella loro unicità e singolarità. Dipinti e sculture, al contrario, sembrano parte di un sistema che comprende – mettendoli sullo stesso piano – oggetti meccanici e musicali, argenti e ori, specchi e gioielli, sete e velluti, strumenti scientifici, libri e medaglie, fiori, distillerie e arazzi.

Il volume "Vestire i palazzi" è dedicato ai parati, tessuti, arazzi e corami come “vesti” degli interni di ville e palazzi. La scelta del parato condiziona l’arredo, la percezione, l’uso e persino la vita all’interno delle residenze aristocratiche e ammanta tutto quello che è contenuto nelle stanze donando ad esse un colore e una luce particolare, unificando e armonizzando opere d’arte antiche e moderne, arredi, utensili e mobili. Determina la scenografia e svela, come in un sipario teatrale, i tesori d’arte contenuti nel palazzo. Il lettore si troverà immerso non solo in stoffe e tessuti ma anche nella complessa struttura organizzativa e finanziaria delle dimore dell’epoca, nel variegato mondo dei mercanti di panni fatto di botteghe e tessuti colorati, negli abiti e nella moda dell’epoca.

Nella pubblicazione "Lusingare la vista" è il senso della magnificenza che si snoda in un percorso che abbraccia e comprende epoche, materiali e forme d’arte diverse. Concetto di antica data, virtù di Dio per Tommaso d’Aquino, dote dell’animo nobile per Dante, la magnificenza è l’espressione più evidente e grandiosa dell’arte e della vita. Se in ogni epoca la magnificenza è sovente associata alla nobiltà d’animo, alla splendor divino e all’elevazione sociale, è nel Barocco che il concetto diviene emblema del secolo. Il pensiero di Giovanni Pontano, umanista alla corte degli Aragona, offre la traccia che accomuna i saggi di questo ricco e sfaccettato volume che riflette sulla “finalità” della magnificenza considerata virtuosa nella sua espressione pubblica e celebrazione dello splendor e del prestigio personale nella sfera privata. Marmi antichi, cappelle, giardini e palazzi diventano così simbolo di affermazione sociale e al contempo mezzo di elevazione della società stessa. I riflessi dorati dei mosaici, il porfido di un antica vasca, il candore degli stucchi, ridisegnano gli spazi sacri e quelli pubblici della Roma pontificia e barocca che prende così vita nei suoi aspetti più inediti.

Per omogeneità di soggetto e analogia di metodo con i due volume precedenti, "Il Papa e le sue vesti" continua la ricerca di Marzia Cataldi Gallo già avviata nel libro "Le vesti dei Papi", procedendo nella ricognizione delle vesti sacre custodite nella Sagrestia Pontificia e prendendo in considerazione il materiale liturgico di ben 32 pontefici che si sono succeduti sul trono di Pietro dal 1605 al Grande Giubileo del 2000. L’analisi delle singole vesti è stata svolta parallelamente ad un lavoro sugli inventari della sagrestia e sugli antichi documenti di archivio che ha permesso spesso di far luce sui pontefici committenti, sugli artigiani, sui disegnatori, sui tessitori e ricamatori ricostruendo in un variegato universo di colori e tessuti un mondo raffinato e variopinto che è un inno alla bellezza divina, a quel perfetto splendore delle vesti sacre in cui si incrociano e compenetrano sacralità e bellezza.