Attraversare la storia, mostrare il presente
Attraversare la storia, mostrare il presente

Attraversare la storia, mostrare il presente

Il Vaticano e le Esposizioni Internazionali (1851-2015)

Giovedì 22 giugno 2017, ore 17.30
Sala Conferenze, Musei Vaticani

Primo ed ultimo appuntamento estivo, giovedì 22 giugno, con il ciclo di conferenze Il Giovedì dei Musei. Alle ore 17.30, presso la Sala Conferenze dei Musei Vaticani, sarà presentato il volume “Attraversare la storia, mostrare il presente. Il Vaticano e le Esposizioni Internazionali (1851-2015)”, di Micol Forti, Federica Guth, Rosalia Pagliarani.
Pubblicato per le Edizioni Musei Vaticani in coedizione con 24ORE Cultura, il libro racconta la storia della partecipazione del Vaticano alle Esposizioni Universali. Un argomento sino ad ora poco approfondito nella sua interezza dalla pur vasta letteratura internazionale legata alle Expo, che mette in luce una storia ricca e articolata.

Presenteranno il volume Antonella Greco, Ordinario di Storia dell’Architettura presso la Facoltà di Architettura di Roma, Luca Massidda, Docente di Sociologia Urbana all’Università di Camerino e Claudio Zambianchi, Ordinario di Storia dell’Arte Contemporanea all’Università degli Studi di Roma “La Sapienza”. Introdurrà Barbara Jatta, Direttore dei Musei Vaticani.
La pubblicazione è in duplice edizione italiano/inglese, con presentazione del Cardinal Gianfranco Ravasi e prefazione di Antonio Paolucci.

Anticipiamo un estratto della prefazione di Antonio Paolucci, direttore emerito dei Musei Vaticani: 

Parigi, estate del 1937. Lungo i giardini del Trocadero sfilano le scenografie dell’Exposition Internationale des Arts et des Techniques appliqués à la Vie Moderne. È l’anno della guerra di Spagna e del Mit brennender Sorge di Pio XI. Mussolini e Hitler sono saldamente al potere, a Mosca Vyšinskij, il procuratore di Stalin, sta istruendo i processi per le grandi purghe. […]

Il Padiglione Vaticano del 1937 è uno dei tanti che popolano la storia della Chiesa attraverso le esposizioni internazionali degli ultimi due secoli. […]

Nel suo sforzo immane di superare l’antico regime e di entrare a pieno titolo nella Modernità, la Chiesa di Roma capì assai per tempo l’importanza delle esposizioni internazionali. Capì che esse non erano soltanto eventi espositivi, fiere campionarie degli Stati e dei territori, ma luoghi privilegiati della diplomazia e della politica, occasioni formidabili per attuare, in forme nuove, la sua vocazione universalistica.

Basti pensare alla presenza del Vaticano nelle grandi occasioni espositive americane. Nel 1876 gli Stati Uniti celebrano a Philadelphia il primo secolo d’indipendenza e lo fanno con la grandiosa Expo passata alla storia come il Centennial. La Santa Sede è presente con qualche mosaico e un arazzo, tradizionale campionario delle manifatture romane. Poca cosa, naturalmente, ma il gesto politico è importante ed è, soprattutto, carico di futuro.

Si ponga mente alla data, il 1876. Sono tempi difficili per la Chiesa di Roma che, perso nel 1870 il potere temporale, è sotto attacco praticamente in tutta Europa. […] A sfogliare le pagine del libro introdotto dalle mie righe si vede che in numerose occasioni, molte opere d’arte provenienti dai Musei o dalla Basilica di San Pietro (la Pietà di Michelangelo e il Buon Pastore del Museo Pio Cristiano sono i casi più clamorosi) sono state chiamate a popolare i padiglioni vaticani in occasione delle Expo internazionali: in Europa, negli Stati Uniti d’America, in Estremo Oriente. Storicamente di rilievo è stato quindi il ruolo dei responsabili delle collezioni d’arte della Santa Sede. Per questa ragione i Musei Vaticani hanno voluto promuovere un libro che parla di due secoli di presenza vaticana nelle esposizioni internazionali dal 1851 a oggi.