Trattato sui terremoti
Trattato sui terremoti

Trattato sui terremoti

Giovedì 16 novembre 2017, ore 16.00
Sala Conferenze, Musei Vaticani

Un Giovedì dei Musei, quello del 16 novembre, particolarmente significativo in quanto dedicato alla presentazione della prima traduzione in italiano dal cinese classico del "Trattato sui terremoti" (Edizioni Dehoniane) scritto a Pechino nel 1626 dal gesuita siciliano Nicola Longobardo, successore di Matteo Ricci nelle missioni in Cina.

Il volume, a cura di Silvia Toro, e con prefazione di Francesco Failla – entrambi presenti all’incontro insieme con Pier Luigi Cabri – costituisce un documento di straordinario interesse per ricostruire la formazione poliedrica dei gesuiti e l’incontro tra l’Europa e la Cina nel quadro delle conoscenze scientifiche e della sensibilità religiosa del Seicento.

Anticipiamo una presentazione del libro:

L'opera, pubblicata dalle Edizioni Dehoniane Bologna, è stata tradotta dalla sinologa Silvia Toro dall'edizione del manoscritto conservata alla Biblioteca Nazionale di Francia (testo cinese a fronte, prefazione di Francesco Failla, pagine 152, euro 14,50).

Scritto a Pechino nel 1626, dopo un grande sisma avvenuto nei pressi della capitale, il "Trattato sui terremoti" contribuisce a dare risposte più scientifiche a un fenomeno che prima di allora veniva attribuito ai movimenti sotterranei di un drago delle acque o di una tartaruga. Il testo rappresenta un documento di grande interesse anche per ricostruire la formazione poliedrica dei gesuiti e l'incontro tra Europa e Cina nel quadro delle conoscenze scientifiche e della sensibilità religiosa del Seicento.

"La necessità dei padri gesuiti di legittimare la propria presenza e il proprio operato in Cina coincide con l'esigenza dell'imperatore di conoscere, prevedere e controllare i fenomeni naturali e celesti, segno della comunione speciale del sovrano con l'universo e garanzia di ordine e stabilità", spiega Silvia Toro. Le catastrofi naturali che si erano verificate alla fine del Cinquecento avevano infatti messo in dubbio la capacità dell'imperatore di garantire l'armonia tra cielo e terra e, per esteso, di regnare. "Conoscere la data precisa di un'eclissi, perfezionare il calendario da seguire per officiare i riti e scorgere i segni premonitori di un movimento tellurico erano dunque bisogni primari".

Nato a Caltagirone (Catania) nel 1565, Nicola Longobardo aveva studiato retorica, filosofia e teologia nella sua città natale, a Messina e a Palermo e si era poi imbarcato da Lisbona con l'amico conterraneo Girolamo de Angelis per raggiungere il Giappone. Ma i loro destini hanno seguito percorsi diversi. De Angelis ha conosciuto il martirio – come il siciliano Giuseppe Chiara, dalla cui storia il regista Martin Scorsese ha tratto materia narrativa per il film "Silenzio" mentre Longobardo ha raggiunto la Cina e, alla morte di Matteo Ricci, era diventato superiore della missione cinese, incarico che ha mantenuto dal 1610 al 1622.