Kýlix attica del Pittore di Edipo

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Kýlix attica del Pittore di Edipo
Kýlix attica del Pittore di Edipo
Sala XIX. Emiciclo Inferiore. Collezione dei Vasi, ceramica attica

Edipo (il suo nome, Oidipodes, è iscritto) in vesti di viandante è seduto ad ascoltare l’enigma formulato dalla sfinge di Tebe (parte di questo è scritto a mo’ di fumetto: kai tri[poun]), che divorava tutti quelli che non sapevano rispondere. Una volta sciolto l’enigma la sfinge si ucciderà. Sposerà quindi inconsapevolmente sua madre, la regina di Tebe Giocasta, dopo avere in precedenza incontrato e ucciso Laio, ignorando che fosse suo padre. Viene così a compiersi la predizione dell’oracolo di Delfi che sia Laio, esponendo Edipo infante, sia Edipo, fuggendo da Corinto dalla sua famiglia adottiva, avevano cercato invano di evitare.
All’esterno sono rappresentati satiri in varie attività, danzanti ebbri al suono del doppio flauto: la scena è stata replicata da un ceramografo etrusco nella “Coppa Rodin”, dipinta verso la fine del V o agli inizi del IV sec. a.C.
Costituisce il vaso eponimo del Pittore di Edipo, ceramista attico molto vicino allo stile di Douris nel suo periodo tardo.