Incontri tecnici di restauro I
Incontri tecnici di restauro I

Incontri tecnici di restauro I

Giovedì 11 novembre 2010, ore 16.00
Sala Conferenze, Musei Vaticani

Il primo appuntamento de "Incontri tecnici di restauro" si articola in tre conferenze scientifiche: la prima "Dal progetto di conservazione al Laboratorio Polimaterico" è a cura del Prof. Ulderico Santamaria, Responsabile del Laboratorio di Diagnostica per la Conservazione ed il Restauro, e della Dott.ssa Stefania Pandozy, Responsabile del Laboratorio Polimaterico. Segue un estratto della conferenza.
"La nascita del laboratorio polimaterico è avvenuta in seguito alla realizzazione del progetto di conservazione, caratterizzato dal dialogo fra diverse professionalità che hanno concordato insieme scelte e priorità del lavoro, grazie ad una intensa collaborazione con la Direzione dei Musei, i responsabili dei Reparti, il Laboratorio di Diagnostica per la Conservazione e di tutti gli operatori coinvolti.

Le motivazioni che ci hanno indotto a procedere allo studio di una strategia conservativa sono state:

  • la responsabilità etica e istituzionale di dover assicurare la trasmissione di un patrimonio culturale così prezioso;
  • la consapevolezza che i nuclei storici conservati nel Museo costituiscono un patrimonio unico al mondo;
  • il rapido degrado che tali collezioni stavano subendo.

Dalla metà del 2002 sono state adottate le procedure metodologiche, organizzative, scientifiche e tecniche relative all'attuazione del piano, in stretta collaborazione con i Reparti, con l'Ufficio Inventario Generale, il Laboratorio di Diagnostica per la Conservazione. Il gruppo di lavoro ha sintetizzato le procedure in una banca dati computerizzata.

Il progetto ha funzionato come luogo di formazione, permettendo approfondimenti e studi per il trattamento delle diciotto diverse classi di materiali presenti e compresenti in opere polimateriche, lavoro non facile poiché molte materie prime sono ancora sconosciute o poco studiate. La strategia conservativa in atto è uno strumento dinamico in continua evoluzione, certamente all'avanguardia con il merito indiscusso di salvare le collezioni dallo stato di emergenza in cui versavano. Ad oggi le opere trattate sono circa 50.000."

La seconda conferenza "Il restauro della piroga melanesiana ivukapi dei Musei Vaticani" è a cura della Dott.ssa Catherine Rivière", Restauratrice del Laboratorio Polimaterico. Segue un estratto della conferenza.
"Si inserisce in questo contesto come esempio di intervento su un manufatto polimaterico. Il Museo Missionario Etnologico dei Musei Vaticani custodisce uno dei pochi esemplari rimasti di piroga cerimoniale, tomkio, proveniente dall'isola Choiseul. Il manufatto è arrivato nel Museo nel maggio del 1929 in seguito ad una donazione fatta dai Padri Maristi di Kieta.
L'imbarcazione misura più di nove metri ed è stata realizzata esclusivamente con materiali organici. E' costituita da tavole lignee assemblate tra di loro con fasce di fibre vegetali. Le giunture sono calafatate con una resina ricavata dal gheriglio del putty nut. La prua e la poppa sono decorate con intarsi di frammenti di conchiglia nautilus e ovula ovum. Alcune figure antropomorfe e zoomorfe intagliate e dipinte proteggono l'imbarcazione."
Conclude l'incontro la conferenza "Esperienze sui sistemi di ancoraggio nel restauro dei manufatti lapidei" a cura del M° Guy Devreux, Responsabile del Laboratorio di Restauro Materiali Lapidei, e del restauratore Stefano Spada. Segue un estratto della conferenza.
"Il Laboratorio Restauro Marmi dei Musei Vaticani sta sviluppando una serie di nuovi metodi che migliorino sostanzialmente i sistemi di ancoraggio meccanico degli elementi staccati. Si tratta, in poche parole, di rendere questi sistemi, il più reversibili possibili, modificando in alcuni casi anche la filologia dell'intervento. Vengono descritte di seguito tre diverse metodologie applicative per tre diverse situazioni riscontrabili. La prima tratta del perno con foro d'uscita; la seconda del perno semplice applicato a secco solo in situazioni che non richiedono uno sforzo "a trazione"; la terza descrive una soluzione per il collegamento di elementi sospesi o semi sospesi. Nell'ultimo caso si tratterà di un perno che contribuisce, solo in parte, all'azione di ancoraggio, sarà soprattutto un perno di sicurezza, che impedisce il distacco completo dell'elemento, evitandone la caduta. Tutti i sistemi descritti sono principalmente concepiti per facilitare i metodi di incollaggio, migliorarne gli effetti ed essere completamente reversibili."