La pala d'altare a Bologna nel Rinascimento
La pala d'altare a Bologna nel Rinascimento

La pala d'altare a Bologna nel Rinascimento

Opere, artisti e città. 1450-1500

Giovedì 10 luglio 2014, ore 16.00
Sala Conferenze, Musei Vaticani

L'ultimo appuntamento della stagione con il ciclo di conferenze Il Giovedì dei Musei sarà dedicato alla presentazione del volume di Cecilia Cavalca "La pala d'altare a Bologna nel Rinascimento. Opere, artisti e città. 1450-1500" (Silvana Editoriale). L'incontro, che si terrà alle ore 16.00 di giovedì 10 luglio presso la Sala Conferenze dei Musei Vaticani, sarà introdotto dal professor Antonio Paolucci e vedrà avvicendarsi al tavolo dei relatori Mauro Natale, professore emerito di Storia dell'Arte Moderna dell'Università di Ginevra, Daniele Ferrara, Soprintendente per i beni storici, artistici ed etnoantropologici del Molise, Ulderico Santamaria, Responsabile del Laboratorio di Diagnostica per la Conservazione ed il Restauro dei Musei Vaticani.

Segue un estratto dell'intervento dell'autrice Cecilia Cavalca:

Bologna, seconda città per importanza dello Stato della Chiesa, vive negli anni che vanno dal 1450 al 1500 un momento di vitalità del tutto particolare grazie al governo dei Bentivoglio. Impostisi per antagonismo sulle famiglie dell'aristocrazia locale e sostenuti dal consenso delle signorie italiane, i Bentivoglio, in forza di una accorta gestione del potere, mettono il capoluogo emiliano al centro di una formidabile rete di legami e contatti internazionali.
In quegli stessi anni Marco Zoppo, Francesco del Cossa, Lorenzo Costa e Francesco Francia realizzano a Bologna alcune delle più importanti pale d'altare del Rinascimento italiano.

Grazie ad una approfondita ricognizione degli elementi materiali e della documentazione, il libro che si presenta questa sera le raduna e le studia per la prima volta in modo sistematico, regalando al lettore una via privilegiata per riscoprire la ricchezza e la singolarità degli esiti di una delle più avvincenti situazioni della storia dell'arte moderna italiana. Un'occasione unica, tra l'altro, per mettere al centro della discussione un celebre dipinto quattrocentesco conservato nelle raccolte dei Musei Vaticani: la predella con i Miracoli di San Vincenzo Ferrer, dipinta da Ercole de' Roberti intorno al 1470-1473 e in origine parte del Polittico Griffoni, eseguito per gli scomparti principali da Francesco del Cossa.

Con l'ausilio di approfondite analisi strumentali eseguite dai laboratori di diagnostica dei Musei Vaticani, l'autrice vaglia la struttura della predella e ne ridefinisce l'assetto originario all'interno di una generale riconsiderazione della foggia del polittico bolognese, smembrato nel Settecento e oggi diviso in diversi musei italiani e stranieri.

Scrive a riguardo Mauro Natale nella prefazione al volume:
"Riunendo idealmente gli elementi dipinti che componevano l'altare (più volte proposti, i tentativi di riassemblare materialmente l'insieme sono tutti falliti), ogni proposta di restituzione si è scontrata con la difficoltà di ricondurre quelli che nel frattempo sono stati percepiti come 'quadri da stanza' ad una incorniciatura che li contenesse tutti senza alterarne i rapporti proporzionali e senza provocare una sgradevole sensazione di anacronismo.

Ora Cecilia Cavalca, dopo un millimetrico rilevamento dello stato fisico dei frammenti e delle loro dimensioni originali, restituisce un insieme coerente, in cui anche il gigantismo incombente dei santi dell'ordine superiore (San Floriano, Santa Lucia), trova una sua logica ragione figurativa nella contrapposizione tra il naturalismo narrativo del registro principale e della predella (dipinta come è noto da Ercole de' Roberti) e l'astrazione concettuale di quello superiore, in cui le due figure che si affacciano verso il piano inferiore vestono le spoglie dei committenti (Floriano Griffoni e Lucia di Andrea Battaglia). Il polittico Griffoni è una 'geniale trascrizione in chiave moderna dell'assetto di alcuni importanti polittici tardogotici' ed apre la strada, nonostante le sue geometriche ripartizioni degli spazi riservati alla pittura, alla pala moderna a superficie unificata".