Picturae Etruscorum in Vasculis
Picturae Etruscorum in Vasculis

Picturae Etruscorum in Vasculis

La raccolta Vaticana e il collezionismo di vasi antichi nel primo Settecento

Giovedì 21 ottobre 2010, ore 16.00
Sala Conferenze, Musei Vaticani

Con questo volume di Maria Emilia Masci viene avviata una nuova collana nell'ambito delle pubblicazioni scientifiche del Museo Gregoriano Etrusco, Documenti e monografie, necessario complemento alla consolidata serie dei Cataloghi. Lo studio ripercorre le vicende del collezionismo di vasi antichi tra Seicento e Settecento che sono all'origine della stessa collezione di vasi vaticana, una delle più cospicue e conosciute già nella prima metà del Settecento, quando si trovava nella Galleria della Biblioteca. Oggi questi vasi sono esposti nel Museo Gregoriano Etrusco e costituiscono il nucleo più rappresentativo e numeroso di queste antiche collezioni, poi in gran parte disperse nei musei di tutto il mondo.

Attraverso la ricerca su testi e disegni presenti nei fondi archivistici viene restituito un ampio capitolo di storia del collezionismo e della cultura, incentrato sulla collezione di vasi figurati che intorno al 1733 era già presente nella Galleria Clementina della Biblioteca Vaticana. I vasi, originariamente disposti sopra gli armadi in cui erano custoditi i volumi, furono poi rimossi intorno al 1900 per raggiungere il Museo Gregoriano Etrusco. Negli anni trenta del Settecento, la collezione dei vasi vaticana è al centro delle attenzioni degli ambienti eruditi e assume un valore paradigmatico nella codificazione e nella diffusione di questo genere di raccolte. Dato che in essa era confluita anche una parte della raccolta seicentesca di Giuseppe Valletta, Winckelmann aveva agio di sottolineare una sorta di primato, affermando che «la prima collezione che siasi fatta di antichi vasi è, per quanto io so, quella della Biblioteca Vaticana».

I disegni della collezione vaticana, realizzati nel 1734 dal pittore Bartolomeo Poli, assunsero un ruolo fondamentale quando Anton Francesco Gori con Giovan Battista Passeri concepirono l'idea di un corpus che compendiasse al meglio le collezioni di vasi figurati antichi, allora esistenti, vasi che secondo una concezione corrente venivano ritenuti indistintamente etruschi. Gori e Passeri riuscirono a raccogliere i disegni di 469 vasi, di cui ne furono pubblicati 249 nei tre tomi del Picturae Etruscorum in Vasculis che il Passeri riuscì, con non poche peripezie, a stampare tra il 1767 e il 1775; i rimanenti 220, che dovevano costituire i tomi IV e V, restarono inediti.

Con questo volume, vede finalmente la luce, dopo 233 anni, l'opera integrale del Passeri, emendata anche dagli errori che ricorrono nei tre tomi stampati, grazie al minuzioso confronto con i disegni originali rintracciati in archivio. Viene così identificata e ricostruita buona parte dell'originaria collezione di vasi della Biblioteca Vaticana, allora come oggi la più consistente tra tutte le raccolte settecentesche, sopravvissuta a dispersioni e smembramenti.
Quella vaticana è descritta nel contesto più generale delle 58 collezioni censite tra la metà del Seicento e la prima metà del Settecento, tutte elencate nel volume e delle quali viene puntualmente seguita la diaspora nel corso di almeno tre secoli.

Attraverso l'elaborazione statistica, sono state analizzate le dinamiche formative di questi primi nuclei collezionistici, l'organizzazione del mercato antiquario e la stessa circolazione delle opere. Dopo aver fornito una visione complessiva delle collezioni attraverso la classificazione dei materiali, l'autrice ha tentato, più sottilmente, di analizzare in successive scansioni temporali la distribuzione percentuale delle produzioni di vasi figurati nelle diverse raccolte: ciò ha permesso non solo di cogliere l'evoluzione del gusto e degli interessi, ma anche di identificare il progressivo affacciarsi di determinati siti ed aree culturali nel circuito del commercio antiquario, scorgendo in filigrana anche una storia delle scoperte archeologiche. Sullo sfondo del quadro epocale delineato da questo studio, riemerge infine, sotto una nuova luce, la questione etrusca in merito all'attribuzione dei vasi figurati, tema che occupò il dibattito culturale tra XVII e XVIII secolo.